La galleria del primo acquedotto a Messina
Definita dallo storico d’arte Bernard Berenson “la più bella fontana del Cinquecento europeo”, la fontana Orione venne commissionata dal Senato cittadino allo scultore toscano Giovan Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo Buonarroti. Si trattò di un’opera soprattutto celebrativa perché doveva eternare ai posteri un evento eccezionale per la città: la realizzazione del primo acquedotto, iniziato nel 1530 e ultimato nel 1547 su progetto dell’architetto Francesco La Cameola, che captava le acque dei fiumi Camaro, Bordonaro e Cataratti. Per collocare la fontana ultimata nella piazza, nel 1553, fu necessario demolire la medievale chiesa di S. Lorenzo che venne ricostruita, poco più distante, dallo stesso Montorsoli, in pure linee rinascimentali (crollò col terremoto del 1783). Di ciò rimane testimonianza in una lunga iscrizione dedicatoria su lapide marmorea, murata sul plinto di fondazione sotto la fontana. Fontana che, pochi sanno, è stata riprodotta nel ‘700 dall’argentiere messinese Giuseppe D’Angelo in una preziosa alzata da tavolo che andò a finire in una collezione privata a Buenos Aires, nel 1956. Ancora oggi è possibile percorrere, per un lungo tratto, la suggestiva galleria cinquecentesca che collega le montagne di Camaro, Bordonaro e Cataratti, un’opera colossale, per quei tempi, che portò l’acqua in città. Il Montorsoli, coadiuvato nella scelta del soggetto – il mitico gigante Orione fondatore della città – dallo scienziato messinese Francesco Maurolico, autore delle epigrafi latine, concepì una struttura articolata a sviluppo piramidale, con un basamento poligonale di dodici lati dove, alternativamente, sono ubicate otto figure di animali marini fantastici in pietra scura e, sul bordo della grande vasca sdraiate su un fianco, le personificazioni dei fiumi Camaro, Nilo, Tevere ed Ebro. Sotto il Camaro, tradotti dal latino, i distici del Maurolico dicono: “Sgorgato dall’acquoso Camaro, sono servo della Patria/Per opera mia scorrono copiose le acque”. La relativa raffigurazione nel sottostante bassorilievo rappresenta una giovane donna coronata, Messina, che lo invita ad entrare in città come benefico dispensatore di acqua potabile. Il 31 ottobre 2014, nel corso della manifestazione “Notte di Orione”, centinaia di messinesi hanno avuto la possibilità per tutta la notte di poter scendere nella galleria attraverso una botola all’interno della recinzione della fontana dove io li aspettavo, rendendosi conto di persona, in un’esperienza indimenticabile, dell’opera faraonica che riuscì a realizzare questa città cinquecento anni fa.
Nino Principato!!!!
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