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STORIA DEGLI ACQUEDOTTI MESSINESI

Le opere acquedottistiche, realizzate nel tempo attorno alla città di Messina per servirla dell’acqua proveniente dai Monti Peloritani, costituiscono anche un elemento significativo del patrimonio storico di questi monti.
Queste opere esattamente risalgono al 1905 con la realizzazione delle strutture che portarono a Messina 10.000 mc. d’acqua al giorno proveniente del Niceto. Numerose Relazioni Tecniche, a firma dell’Ingegnere Pietro Interdonato, autore del Progetto Particolareggiato, sono tuttora conservate presso le Biblioteche dell’Università di Padova, del Politecnico di Milano ed alla Biblioteca Centrale di Firenze. L’Ingegnere ha avuto l’accortezza, quasi una lungimiranza, un presagio, di inviare i suoi scritti anche lontano dalla città, preservandoli così dalla tragedia del terremoto del 1908.
Una nota particolare sull’Ingegnere Borzì:
Ha avuto la sua famiglia distrutta dal terremoto del 1908, ma sei giorni dopo, il 3 Gennaio 1909 fu in grado, con l’aiuto di una squadra di militari del Genio di far giungere in alcune fontanelle la prima acqua per i terremotati ed i soccorritori. Spetterà invece al ventennio fascista la totale rimessa a punto delle opere danneggiate dal terremoto, quindi il ritorno a pieno regime funzionale, in aggiunta ad un nuovo grande progetto di ampliamento con la creazione di quella che oggi conosciamo come “LA SANTISSIMA” tramite la galleria Bertuccio.
L’innesto all’Acquedotto Civico delle sorgive della Santissima si può considerare un capitolo particolare nella storia della nostra città.
Le acque della Santissima furono una spina nel fianco per numerose Amministrazioni Comunali. Solo grazie alle forze del Regio Impero, si realizzò l’opera. C’era veramente bisogno dì tutto, anche delle bacchette magiche, per una città da ricostruire. Subito e senza altri rinvii, bisognava far giungere a Messina una parte o, se necessario, tutti i 10.000 mc. d’acqua della Santissima. Non fu difficoltoso trovare la manovalanza necessaria; i giovani dei villaggi di Pezzolo, Santo Stefano, Monforte San Giorgio e Pellegrino risposero prontamente all’appello e, nell’Estate 1922, la Galleria Bertuccio fu attaccata da entrambe le estremità. Il 9 Gennaio 1929 fu una giornata tipicamente invernale e tutta la catena dei Peloritani erano imbiancati di neve. Nonostante le proibitive condizioni atmosferiche, il Podestà ed altre autorità cittadine raggiunsero, a dorso di mulo, il Piano di San Calorio e, da lì, a piedi, discesero verso Bertuccio. Con molta semplicità, senza peraltro sminuire l’importanza di quanto si stava per compiere, il più anziano dei minatori, di nome Smedile, fece brillare l’ultima mina e l’esile diaframma della Galleria Bertuccio si ruppe. Cosi nei primi giorni dell’Agosto 1929, i Messinesi bevvero per la prima volta l’acqua della Santissima, grazie all’arrivo di 10.000 mc. di acqua nuova, ma chimicamente uguale a quelle che si beveva nel 1905.

L’AMAM

Come noto l’AMAM Spa ha il compito di approvvigionare, addurre e distribuire l’acqua agli abitanti della città di Messina e di tutti i 48 Villaggi rivieraschi e collinari. Per tale scopo oggi approvvigiona l’acqua da due acquedotti principali che sono quelli del “Fiumefreddo” e della “Santissima“.
L’acquedotto del Fiumefreddo

L’acquedotto del Fiumefreddo preleva l’acqua da due gallerie sotterranee denominate “Bufardo” e “Torrerossa” realizzate in località “Torrerossa” del Comune di Fiumefreddo di Sicilia e, a mezzo di un sistema di pompe di adeguata potenza (ognuna KW 250), la solleva prima a quota di campagna e da qui, con altro sistema di pompe (ognuna della potenza di KW 550), fino al serbatoio di Piedimonte Etneo, a quota 220 mt. s.l.m., da dove l’acqua viene immessa nella condotta d’acciaio del diametro di 1.000 mm e perviene, per gravità, sfruttando quindi la quota piezometrica di partenza, fino al serbatoio Montensanto in Città.

L’acquedotto della Santissima

L’acquedotto della Santissima ha origine in un vasto territorio montano compreso tra i Comuni di Fiumedinisi e quello di Monforte San Giorgio, in zone impervie e spesso, soprattutto nel periodo invernale, difficoltose o impossibili da raggiungere; consta di numero 11 gruppi di sorgenti per un totale di oltre 50 sorgenti.
Integrano la portata all’utenza 47 pozzi e 21 impianti di sollevamento per un totale di n. 68 impianti dislocati su tutto il territorio Comunale, oltre a 21 piccoli acquedotti esterni e relative condotte di derivazione, a servizio o integrazione della distribuzione in varie zone.


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