QUANDO RAFFAELLO COPIO’ ANTONELLO DA MESSINA

E’ definita “Madonna Benson”, dal cognome del proprietario banchiere e collezionista d’arte inglese Robert Henry Benson, una splendida e struggente “Madonna col Bambino” su tavola che il “non humani pictoris” Antonello da Messina dipinse nel 1475 circa, oggi gioiello della National Gallery of Art di Washington.
Ma prima di giungere negli Stati Uniti, la tavola faceva parte della Collezione Graham di Londra, quindi di Benson per approdare nel 1927 negli U.S.A., acquistata da Clarence H. Mackay di Harbor Hill di Long Island. Nel 1937 l’ultimo proprietario Andrew W. Mellon la donò al museo di Washington che si stava costituendo.
Bernard Berenson, nel 1913, l’attribuì ad Antonello, attribuzione unanimemente accolta dalla critica.
E’ un muto dialogo di sconfinato legame affettuoso fra la mamma e il figlioletto, talmente umano, talmente tenero, talmente intimo e talmente quotidiano che il bimbo con espressione divertita, mentre col braccio sinistro cinge il collo della giovanissima e delicata mamma eburnea, con la manina destra gioca con la sua scollatura, quasi a cercare la mammella dalla quale bere il latte della vita.
Trentadue anni dopo, nel 1507, Raffaello Sanzio dipingerà una Madonna col Bambino, detta “Madonna Colonna” dal cognome del privato collezionista romano ed oggi conservata nella Gemäldegalerie di Berlino.
Simile la composizione, simile lo sfondo paesaggistico ma copiato integralmente il gesto del Bambino che con la manina destra gioca con la scollatura della mamma: ma dove Antonello aveva dato un significato particolare a quel gesto sospeso fra la vita e la morte (il latte materno vitale e la mantellina rosso sangue che lo ricopre alludente alla futura passione e morte), Raffaello copia soltanto quel gesto, senza porsi alcun problema sul suo significato.

Nino Principato

(a sinistra, “Madonna Benson” di Antonello da Messina, a destra, “Madonna Colonna” di Raffaello Sanzio)