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Messina capitale di un regno indipendente?

ANTEFATTO

Nella Capitolazione sottoscritta fra la Francia e la Sublime Porta (l’attuale Turchia) del 1740, si presero accordi per rispettare e accogliere gli ambasciatori, i consoli e gli agenti consolari delle nazioni cristiane amiche dei turchi del tempo concedendone quartiere. Infatti, il documento dell’epoca sottoscritto in bilingue (francese e turco), così ricorderà quelle nazioni previste all’articolo 38 di quel documento. Preambolo per la sottoscrizione della capitolazione del 1740: “Tutte le capitolazioni antecedenti furono felicemente rinnovate nel loro contenuto, con l’aggiunzione di nuove clausole, in quella stipulazione del 1740 tra Luigi XV e il sultano Mahammoud. Questo atto è servito da base a tutti i privilegi dei francesi in Turchia; in complesso le sue disposizioni sono ancora oggi in vigore”
(1825 anno della pubblicazione di questo documento, data di riferimento dell’autore rispetto alla segnalazione testè fatta in questo caso – 1740-1825).

IN EVIDENZA

Alla p. 181 del testo, all’art. 38, cita in questo modo:

“Art 38. Les Portugais, Siciliens, Catalans, Messinois, Ancônois et autres nations ennemies qui n’ont ni ambassadeurs, ni consuls, ni agents à ma Sublime Porte, et qui, de leur plein gré, comme ils faiseient anciennement, viendront dans nos États sous la bannière de l’Empereur de France, payeront la douane comme les Français, sans que personne puisse les inquiéter, pourvu qu’ils se tiennent dans les bornes de leur état et qu’ils ne commettent rien de contraire à la paix et à la bonne intelligence”.

RIEPILOGANDO

Faccio notare in modo distintivo il distinguo previsto in rapporto alle nazioni elencate, nella griglia osservata e cioè: Portoghesi, Siciliani, Catalani, Messinesi, Anconetani ecc. Questa precisazione non è una svista perchè, si ricordava dalle epoche passate lo status dei Messinesi, essere nazione separata dal resto dei siciliani. Infatti, fra gli umanisti europei nel cuore dell’Europa, e fra le corti più importanti nel Medio oriente e in Nord Africa, la conoscenza che Messina avesse una sua autonomia in Sicilia. La segnalazione è talmente importante vista la natura ufficiale del documento che non può ritenersi un’errore. Conoscenza ripetuta in un trattato sottoscritto nello stesso anno 1740, qualche mese prima di quello franco-turco, che prevedeva contemporaneamente la definizione di Messina capitale della Sicilia. Anche in quel caso non trattavasi di svista viste le reazioni dei Palermitani contro la corona dei Borbone. Altri grandi annalisti e storici siano essi tedeschi, austriaci, inglesi, francesi, ungheresi, spagnoli nei loro elaborati si ostinavano a citare Messina capitale della Sicilia. Anche in questo caso non può trattarsi di svista quando la segnalazione si ripete nel tempo entrando nei testi ufficiali di quei governi in secoli differenti. Evidentemente noi conosciamo un’altra storia, quella che ci hanno raccontato, quando i loro contemporanei sapevano una verità nascosta ai rispettivi attori italici. Gli storici nel mondo hanno ritenuto Messina un caso a parte rispetto a tutta la Sicilia, scindendola da essa. Come è potuto accadere?

Riferimento bibliografico –
Francesco Paolo Contuzzi, La istituzione dei consolati ed il diritto internazionale europeo nella sua applicabilità in Oriente. Ernesto Anfossi librajo editore e commissionario, Napoli 1825

Alessandro Fumia


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