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Messina anni 60

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MESSINA SHOPPING – 2

Pomeriggio del 28 febbraio 1960.
Prendiamo a Ritiro il numero 1 della S.A.T.S., la Società Anonima Tramways Siciliani che, dopo lo smantellamento del tram nel 1951, gestiva il trasporto urbano a Messina fino alla municipalizzazione avvenuta nel 1955. Due monelli si sono aggrappati al pannello pubblicitario nella parte posteriore per non pagare il biglietto e il conducente ferma il mezzo, scende, li scaccia redarguendoli aspramente, sale e riparte: naturalmente, i due monelli si sono aggrappati di nuovo. Destinazione, piazza Cairoli.
C’è un movimento intenso in via Garibaldi e…come abbiamo fatto a non pensarci! Oggi è carnevale e c’è la sfilata dei carri allegorici e floreali che si sta snodando verso il viale San Martino. Meglio scendere e proseguire a piedi.
Così ne approfittiamo, in questo pomeriggio non particolarmente freddoso di shopping del 1960, a comprare la frutta dal fruttivendolo ambulante al Boccetta. Percorriamo il bel viale punteggiato da palme, dove alcuni messinesi oziano seduti sulle panchine circolari in murature. Don Pippinu è sempre lì, al suo posto, ad angolo con la via Romagnosi con lo sciccareddhu e il carretto. Compriamo un chilo di “aranci cianci cianci” per risparmiare e poi, verso piazza Cairoli.
In piazza Centonze, da Pisani nel bellissimo “Palazzo delle Cariatidi”, acquistiamo caramelle e cioccolatini e, poco prima di giungere in piazza Cairoli, la nostra attenzione viene attirata da un gruppo di uomini e donne in camice in posa davanti al fotografo: li riconosciamo, sono le maestranze del “Modernissimo Diurno Bagni” dove noi, di tanto in tanto, ci rechiamo per una bella toelettatura.
A piazza Cairoli (che fortuna) ci imbattiamo nientepopodimenoche dinanzi a Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura l’anno precedente, che sta uscendo dalla libreria dell’OSPE. Accanto a lui, l’inseparabile Antonio Saitta, patron della scapigliata “Accademia della Scocca”. La “Gazzetta” la compriamo dal giornalaio ambulante all’angolo con via XXVII Luglio che, per ingannare il tempo, sta leggendo…il giornale! Anche Stefano D’Angelo di professione “lustrinu”, in attesa dei clienti, inganna il tempo leggendo il giornale, elegante e ben pettinato come sempre.
Ed eccoci in via dei Mille.
Passiamo davanti al “bagghiu” ottocentesco, la carne e, soprattutto il “sangunazzu”, la compriamo dal macellaio Ciotto (ne approfittiamo perché tra poco sarà Quaresima) ed eccoci nel viale San Martino. I carri non ci sono più, diretti verso via Garibaldi. Ci ricordiamo che dobbiamo portare a riparare l’orologio a Lillo, provetto artigiano che ripara anche accendini e penne stilografiche e che ha la sua bottega ambulante davanti alla gioielleria Bonanzinga. In alto, campeggia all’angolo del palazzo il cartellone del Garden che annuncia la programmazione del film “Napoli terra d’amore” col cantante e attore messinese Giacomo Rondinella, Maria Fiore e Beniamino Maggio.
Stavolta un bel libro lo acquistiamo da Ferrara, dove un tempo c’era la gloriosa libreria D’Anna. Davanti al Grand Hotel di Angelo Musco con ben 110 camere, da lui acquistato nel 1920 e che fra tre anni sarà demolito, riprende la circolazione automobilistica.
E’ tempo di proseguire, l’acquisto dei fragranti cannoli da Ciarl Jeni, dell’aromatico caffè tostato da Nicola Micali ad angolo con la via Maddalena, un salto all’U.P.C. (Unici Prezzi Convenienti) e…ci è venuta fame. In nostro soccorso, per fortuna, viene Salvatore Triglia che col fratello Francesco gestisce una “sassamenteria” in via dei Mille. Di corsa, dunque, nella sua “putia” a ridosso del Teatro Peloro, dove ordiniamo “’I panini i trigghia”, nettare degli dei con tonno, salumi, formaggio, melanzane sott’olio, pomodori secchi e carciofini che Triglia coltiva nella sua proprietà a Minissale. Per la bevanda non c’è problema, davanti a lui c’è Bruschetta dove, oltre al vino, possiamo assaggiare anche il celebre “marsalino”. E per la cena, così, siamo a posto.
Si è fatto tardi e sta facendo buio, dobbiamo affrettarci. Giù in via Tommaso Cannizzaro, lasciando a destra l’albergo Reale e immettendoci in via del Vespro 46 alle spalle della Legione di Finanza: qui, ritiriamo da Armone le nostre foto della festa di compleanno scattate con la macchinina fotografica acquistata d’occasione nella fiera dell’anno scorso.
Un lampionaio uscito dal libro di Maria Susanna Cummins del 1854, in via Aurelio Saffi, accende l’ultimo lampione.

Buona notte, gente!

Nino Principato

Grazie a Placido Cardile, Domenico De Pasquale e Guido Campo, curatori dello splendido volume “Storie di vita e di commercio”.
Grazie ai fotografi Arbuse, Armone, Dominici, Florena, Isolino, Lacava, Macrì, Maricchiolo, Oskar, Pintaldi, Repici, Saya e Vizzini.


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Alessandro Sidoti

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Alessandro Sidoti

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