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LA NOSTRA STORIA

“LO STABILIMENTO DELLA BIRRA MESSINA”

Lo stabilimento messinese era ubicato in via Bonino, imbottigliava oltre 500.000 hl di birra all’anno, gran parte dei quali erano destinati al mercato siciliano, dove il marchio Messina era noto e apprezzato da oltre 80 anni. La Birra Messina fu fondata dalla famiglia Lo Presti- Faranda nel 1923, inizialmente portava il nome di Birra Trinacria e solo successivamente il nome fu modificato in Messina “birra di Sicilia”, ancora oggi conserva il logo originario con gli elementi storici del marchio (l’ovale, le spighe e il veliero), ma nel collarino ha una raffigurazione a tutto campo della Trinacria, antico simbolo della Sicilia. Nel 1988 la società messinese fu acquisita dalla Dreher spa di Milano, nel frattempo divenuta Heineken Italia. Già nel 1990 Heineken aveva chiesto agli Enti Locali la disponibilità di un altro sito in zona e, al rifiuto da parte delle autorità competenti, 9 anni dopo nel 1999, il gruppo aveva già deciso di utilizzare lo stabilimento messinese solo come impianto di imbottigliamento. Le motivazioni industriali alla base della decisione facevano riferimento, appunto, all’ubicazione dello stabilimento, “essendo al centro della città non permetteva uno sviluppo industriale” e alle caratteristiche degli impianti che erano obsoleti. La Heineken ha sempre sostenuto che la riorganizzazione della struttura produttiva del gruppo era in sintonia con una più generale strategia di razionalizzazione costi, che la multinazionale di Amsterdam portava avanti con decisione, non solo in Italia, ma su tutti i mercati maturi dell’Europa Occidentale, compresa la stessa Olanda. Dopo una serie d’incontri tra il Gruppo Heineken ed i sindacati, si registrò un’importante novità sul futuro dell’azienda di via Bonino. A scendere in campo fù la famiglia Faranda che decise di riproporsi al vertice del sito industriale cittadino, per salvaguardare un marchio simbolo della messinesità e rinsaldare un legame con quella fabbrica sorta nel lontano 1923.
“Si potranno avviare trattative per garantire la storicità del brand management in Sicilia, anche con partecipazioni cointeressate al progetto di mantenimento dello stabilimento della Birra Messina”.
Fù questa la volontà del dott. Francesco Faranda e della signora Marisa, rispettivamente amministratore delegato della S.I.B.A.M. Spa e azionista della società che produce acqua minerale con il marchio Fontalba, manifestata nel corso di un incontro che si svolse a Palazzo Zanca (Comune di Messina). Durante la riunione i componenti della famiglia Faranda, che nel 1986 avviarono l’affiancamento al marchio Heineken, ribadirono la necessità del mantenimento dello stabilimento di via Bonino, strettamente legato al territorio. Il responsabile delle Risorse umane ed il consulente legale dell’Heineken confermarono ai lavoratori, dell’esistenza di una trattativa con la famiglia Faranda per la cessione dello stabilimento. Le parti sottoscrissero un accordo riservato, anche se i tempi erano ancora in via di definizione. Come comunicato dai vertici dell’Heineken, in una prima fase l’azienda mise a disposizione dei Faranda la documentazione tecnica e legale; successivamente effettuò un sopralluogo in fabbrica al termine del quale, le parti negoziarono un accordo preliminare. La produzione della birra intanto venne gradatamente spostata dagli impianti siciliani ad altri del gruppo pur mantenendone etichetta (il marchio birra Messina) e diciture storiche. Nel 1999 lo stabilimento messinese si era ridotto a semplice impianto di imbottigliamento per il mercato siciliano. Lo stabilimento fù spostato a Massafra (Puglia), impianto del marchio Dreher e a Pollein in provincia d’Aosta, dove in realtà la birra viene prodotta. Nel 2007 la Heineken annunciava la definitiva chiusura dello storico stabilimento messinese di via Bonino. La causa della Birra Messina, meritava, sia a difesa dei posti di lavoro, sia per l’immagine della città legata a questo marchio, entrato a far parte del patrimonio culturale popolare messinese e per quello che rappresentava per la città. Nel mese di febbraio 2008 la fabbrica messinese fu acquisita dalla società Triscele s.r.l. appartenente alla famiglia Faranda. Non potendo produrre sotto il nome di “Birra Messina” vennero immesse nel mercato siciliano due nuove etichette rifacentesi alla storica fondazione del 1923; la “Patruni e sutta” e la “Birra del sole”. L’operazione, che mirava a riprendere il mercato precedente non ebbe però i risultati sperati. L’anno successivo la Confconsumatori di Messina presentò un ricorso all’autority garante della concorrenza e del mercato contro la “Heineken” per messaggi considerati ingannevoli; l’uso del simbolo Triscele, le diciture “antica ricetta” e “dal 1923” in etichetta vennero considerati fuorvianti in quanto nulla c’era di “siciliano”, né la ricetta, né la sede legale e neanche lo stabilimento di produzione sito a Massafra, in Puglia. Nel 2011 anche la Triscele s.r.l. annunciava la chiusura degli stabilimenti e il licenziamento dei 42 lavoratori . S ono stati messi in opera vari tentativi per riavviare la produzione degli stabilimenti chiusi ma, nonostante le premesse, la produzione della birra a Messina all’inizio del 2014 non era ancora ripartita . Tuttavia la costituzione di una cooperativa “Birrificio Messina” composta di ex-dipendenti Triscele ha annunciato per l’autunno 2014 la ripresa della produzione di birra; l’uso dello storico marchio è subordinato alle trattative intraprese con la Heineken, ancora proprietaria dello stesso. In seguito la ripresa della produzione si è dovuta posticipare di un anno, per la fine dell’autunno 2015, sempre nello stabilimento che sorge nella zona Asi di Larderia, dove opereranno 16 operai-soci iniziali del Birrificio Messina che a Luglio 2015 hanno annunciato i nuovi prodotti Birra dello Stretto e una serie di birre denominate “DOC”.


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