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La befana in Sicilia…❤
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L’Epifania (nome completo: Epifania del Signore) è una festa cristiana celebrata dodici giorni dopo il Natale, ossia il 6 gennaio per le Chiese occidentali e per quelle orientali che seguono il calendario gregoriano, e il 19 gennaio per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano.
L’Epifania è una delle pochissime feste di matrice esclusivamente cattolica , cioè non nata per assorbire antiche feste pagane.
Il termine deriva dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω, epifàino (che significa “mi rendo manifesto”), dal sostantivo femminile ἐπιφάνεια, epifàneia (manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina).
La figura della befana è tipica di alcune regioni italiane legata alle festività di fine anno , diffusasi poi in tutta la penisola italiana, meno conosciuta nel resto del mondo.
In Sicilia secondo un racconto popolare si narra che , i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.
Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli perchè aveva freddo e non aveva abiti eleganti da indossare.
In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini per farsi perdonare.
Nell’immaginario collettivo la befana ha queste caratteristiche:
Il carattere
La Befana non è cattiva, è solo scocciata con gli adulti e scorbutica con chi non le aggrada perché tenta di fare il furbo; ma con i bambini si mostra indulgente e comprensiva, una nonnina piena di attenzioni e dolcetti.
Aspetto fisico e simbologia
Non si tratta di una bella donna, giovane e accattivante, ma, al contrario, di una vecchina rattrappita dagli acciacchi dell’età e dal freddo, con pochi denti, il volto grinzoso e talvolta, ma non sempre, un naso molto prominente per enfatizzarne la vecchiaia e la poca beltà dovuta all’età anagrafica. L’aspetto da vecchia deriva da una raffigurazione simbolica dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare, così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare dei fantocci vestiti di abiti logori.
Gli abiti e le scarpe
Per ripararsi adeguatamente la Befana indossa gonnoni lunghi, lisi e rattoppati in maniera allegra; spesso indossa il grembiule. Usa inoltre calzettoni pesanti antifreddo e scarpe comode, ma non stivali alla guascone molto più adatti alle streghe delle fiabe. Sulle spalle a volte ingobbite ha sempre uno scialle di lana pesante e colorata e non un mantello svolazzante come capita di trovare in alcune immagini nella rete.
Il fazzolettone.
Non bisogna confondere la Befana con le streghe, di matrice prettamente Halloweeniana. Una Befana vera, infatti, non ha il cappello a punta, come spesso appare su molti siti, blog, e persino in alcune pubblicità televisive. Usa invece esclusivamente un fazzolettone di stoffa pesante (la pezzóla) o uno sciarpone di lana annodato in modo vistoso sotto il mento.
La scopa o il bastone
Ha una scopa, usata spesso per appoggiarsi o per volare brevemente. Talvolta può servirsi anche di un bastone al posto della scopa di saggina. Nell’immaginario, la Befana cavalca la scopa al contrario delle raffigurazioni di streghe, e cioè tenendo le ramaglie davanti a sé. Anche in questo, dunque, l’iconografia specifica della Befana non è assimilabile a quella delle streghe.
La calza
Altro frequente errore di “immagine” della Befana è quello relativo al sacco dei doni: in realtà la vera Befana porta i suoi regali o il suo carbone in sacchi di iuta sfatti e slabbrati che assumono la forma di calzettoni enormi,
Il carbone
Secondo la tradizione orale, la Befana consegna dolciumi ai bambini buoni o carbone e cipolla ai bambini biricchini. Il carbone – o anche la cenere – da antico simbolo rituale dei falò, inizialmente veniva inserito nelle calze o nelle scarpe insieme ai dolci, in ricordo, appunto, del rinnovamento stagionale, ma anche dei fantocci bruciati.
Buona Befana a tutti grandi e piccoli, abbiamo tutti bisogno di un regalino ogni tanto che ci risollevi il morale.❤️
(Giovanni Majolino)


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