NOSTRI MONUMENTI Le Quattro Fontane
Un tempo, percorrendo la via Austria (oggi I Settembre, arteria che fu voluta dal Senato di Messina nel 1572 per congiungere il Duomo al Palazzo Reale) in direzione del Duomo, si incrociava la via Cardines (dal nome del viceré di Sicilia Bernardino Cardines a cui è legata la realizzazione di un progetto edilizio di grande respiro eseguito sul finire del XVI secolo).
Nello slargo creato da questo incrocio, furono inserite negli anni, quattro fontane monumentali, su progetto (eseguito nel XVII sec.) del romano Pietro Calcagni, che dovevano ornare i quattro canti del crocevia. La prima ad essere collocata, nel 1666, fu quella del fiorentino Innocenzo Mangani seguita molti anni più tardi, nel 1714, da quella del Messinese Ignazio Buceti, scultore e marmoraio molto attivo in città (eseguì diversi lavori anche al Duomo). Le due rimanenti furono collocate al quadrivio nel 1742 da scultori rimasti anonimi (uno, forse, era Antonino Amato) . Nonostante la distanza temporale dell’esecuzione, le quattro fontane apparivano molto simili nella forma e negli ornamenti come si può vedere da alcune immagini.
Esse avevano una struttura angolare e presentavano, nella parte inferiore, dei mascheroni che versavano l’acqua in vaschette poste sotto, per facilitarne la fruizione da parte dei messinesi che dovevano averne ben poca cura visto che il 25 luglio 1854 una delibera del governo cittadino ordinava di rimuovere i mascheroni e le piccole vasche per evitare un ulteriore danneggiamento delle sculture.
Il terremoto del 1908 le rovinò notevolmente; i pezzi, smontati furono sistemati nella chiesa di S. Maria degli Alemanni e, negli anni della ricostruzione, due delle quattro fontane tra cui quella realizzata dal Buceti furono restaurate dall’architetto Pietro Lojacono nel 1959 e rimontate nello stesso posto. Lo spazio fu assai ridotto (ad angolo con la breve via Cardines) e fu anche chiusa la strada a nord, perdendo così definitivamente la funzione di quadrivio,
e con essa anche le fontane persero la loro originaria funzione decorativo- monumentale. Le due fontane rimanenti sono custodite presso il Museo cittadino.
L’architettura è di chiaro stampo barocco con i suoi mascheroni idrofori e il ricco apparato ornamentale che ripropone motivi tipici messinesi, legati al mondo marino come conchiglie, delfini, tritoni e cavallucci marini. Al culmine delle fontane, due aquile con le ali spiegate poggiano sulle insegne imperiali spagnole; ai lati, vi sono due scudi con lo stemma cittadino. Sono quasi tutte uguali, tranne quella scolpita dal Buceti che, al posto delle insegne imperiali spagnole composte da uno stemma inserito nel corpo di un’aquila ad ali spiegate, reca in sommità l’emblema dei Savoia, e, cioè, lo scudo ovale coronato e tenuto da due leoni rampanti.
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