Le corride siciliane…
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La corrida arrivò in Sicilia come spettacolo , una delle eredità della reggenza spagnola sull’isola e non a caso “corrida” è una parola spagnola che significa corsa di tori.
Le corride siciliane erano però estremamente diverse da quelle spagnole , innanzi tutto erano spettacolo comico , che non finiva con l’uccisione dell’animale (un toro era troppo prezioso per essere ammazzato per uno spettacolo) e anche perchè la tradizione contadina imponeva un certo rispetto per gli animali che “davunu u pani”.
La prima corrida di cui abbiamo notizia nell’isola è quella che fu allestita a Ragusa nell’anno 1643: quando il Viceré di Sicilia, Giovanni Alfonso Enriquez de Cabrera, accompagnato dalla Viceregina e dalla figlia (oltre che da uno stuolo di accompagnatori tra cui 16 dame e 18 paggi), decise di fare una capatina nella contea di Modica.
Portando in dono durante la visita a Ragusa la bandiera strappata ai francesi nella battaglia di Fontarabia (in realtà il vicerè pare che donasse queste bandiere dovunque lo ospitassero possedendone almeno un centinaio di dubbia provenienza).
I preparativi furono imponenti, per l’occasione fu rimessa a nuovo Porta Walter, una delle antiche porte della città, e in suo onore fu organizzato il “giuoco del toro”, spettacolo alquanto insolito per la popolazione locale, tanto che gli spettatori (di cui molti paganti) furono tantissimi.
Molti, per poter ammirare meglio Viceré e corrida, salirono sul tetto della chiesa di S. Giorgio, facendo cadere centinaia di tegole che procurarono ingenti danni su una delle navate laterali.
Non solo , pare che il toro ferito riuscì a fuggire terrorizzando la popolazione delle campagne per qualche mese attaccando chiunque lo avvicinasse.
Inoltre scoperto che a Modica di bandiere il vicerè ne aveva donate sei pare che quella ragusana fu usata per poco nobili servigi in sfregio al vicerè. (non c’è più traccia in nessun luogo di questi trofei).
La capitale delle corride siciliane era Palermo ,
Spesso le domeniche la corrida si allestiva nel capoluogo, a piazza Vittoria, lo spiazzo antistante il palazzo dei Normanni detto appunto il Piano del palazzo,
Certo non si può dire che tali spettacoli non fossero crudeli, secondo i moderni metri di giudizio.
I tori erano spesso punzecchiati con lunghi bastoni dai toreri, che dopo averli aizzati andavano a nascondersi in delle apposite buche, dove la furia del toro non poteva raggiungerli. In alcuni casi gli spettacoli coinvolgevano anche altri animali, ad esempio dei poveri gatti che per il diletto del pubblico venivano legati alle corna del bovino, innescando una reciproca lotta.
C’era pure la lotte del toro contro le oche e altri spettacoli simili .
Ma come detto , gli animali non venivano uccisi e i toreador vestivano come giullari , insomma uno spettacolo comico lontano dal patos delle tauromachie spagnole.
Una memorabile corrida con tantissimi giullari e animali si tenne davanti il Palazzo Reale in occasione dell’incoronazione di Carlo III nel 1734 , quando la Sicilia ritornò ad essere spagnola, dopo l’intervallo del governo austriaco.
La prima volta in cui si tenne la vera corrida in senso spagnolo del termine fu in occasione dell’Esposizione Nazionale ospitata a Palermo fra il 15 novembre 1891 e il 7 giugno 1892.
Le cronache danno ampio spazio all’avvenimento. In quei giorni la città si trasformò in un polo d’attrazione, interessata da diverse manifestazioni popolari e mondane: non si prevedeva infatti solo la “corrida de toros” a piazza Vittoria, ma anche “le ascensioni in mongolfiera”, le gare di
tiro a segno, le corse dei cavalli e i fuochi artificiali .
I palermitani accorsero in oltre 5000 ad assistere a questo evento , ma rimasero interdetti e sconcertati dalla violenza e crudezza dello spettacolo, donne svennero e molti uomini andarono a protestare , alcuni volevano pure picchiare il torero .
Numerose iniziative vennero prese affinché si bandisse questa manifestazione disumana e alla fine, di fronte al gran numero di lamentele, la questura di Palermo decise di vietare l’esibizione della corrida de toros, dando voce ad uno dei primi movimenti ambientalisti che il mondo ricordi.
Prima di chiudere il post vale la pena ricordare che bue e toro sono lo stesso animale solo che il primo è stato castrato , la differenza di nome, bue e toro, si riferisce semplicemente all’utilizzo che si fa di questo animale, e quindi dal ruolo che deve svolgere all’interno del settore zootecnico.
Giovanni Majolino
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