Le carte siciliane e il mistero delle donne che sono uomini…….le carte furono introdotte nella nostra isola dai transalpini…..

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Le carte siciliane e il mistero delle donne che sono uomini.
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Tra poco più di un mese saranno ripescate dai cassetti le carte siciliane per sfide all’ultimo parente a tombola o a briscola o altro, senza pietà ci si scontrerà usando carte dall’origine antica.

Le carte furono introdotte nella nostra isola dai transalpini.

I francesi non furono sicuramente molto amati dai siciliani tanto da scacciarli con la rivolta dei vespri siciliani.
Tuttavia, nonostante l’avversità dimostrata verso i transalpini , ne abbiamo assorbito molti usi e, tra questi, il fascino delle carte da gioco.

Il passatempo delle carte era molto costoso poiché la produzione medievale si basava sulla lavorazione artigianale: le carte da gioco erano infatti dipinte a mano su spessa pergamena o su lastre di cuoio e dunque solo la ricca nobiltà o l’alta borghesia poteva possederle.

Nel XIV secolo, con l’arrivo in Sicilia di Pietro III d’Aragona inizia il nuovo e lungo corso della dinastia ispanica e i siciliani assorbono come spugne tutto quello che l’arte, le scienze, la filosofia, la politica e il costume offre loro compresi i vizi come la prostituzione e i giochi d’azzardo.

Giochi basati sull’uso delle carte che già nel rinascimento sono prodotte in serie per mezzo della xilografia.
Gli spagnoli comunque non intaccano molto l’agognata autonomia dei siciliani e anzi molti usi e tradizioni si mescolano tra loro creando una sorta di miscellanea culturale che, ancora oggi si può toccare con mano.

E le carte da gioco ne sono un esempio emblematico visto che in Sicilia come pure in Spagna, i semi e le figure sono simili e s’ispirano palesemente all’epopea medievale dei Paladini di Francia.

Il re veste come nelle raffigurazioni miniate dell’epoca Carolingia, mentre il cavaliere cavalca un cavallo che sembra più asino non come ironica raffigurazione di un eroe squinternato ma come invece è nella tradizione islamica e cristiana.

L’asino rappresenta la cavalcatura dei giusti e degli umili: per l’Islam è il mezzo dello Sceicco che entra umile nella città Santa di Medina (da qui il nome derivato dal siculo provenzale Sceccu in quanto i nobili Sceicchi entravano nelle città conquistate a dorso di un asino); per i cristiani rappresenta l’entrata di Gesù a Gerusalemme.
Nella rappresentazione enfatizzata dunque, Orlando il Paladino è il giusto, l’umile servitore del proprio re e di Dio.

Il fante o la donna, per l’ambiguità che la contraddistingue, si lega al dolce stil nuovo siciliano e le sue fattezze sono infatti dolci e signorili come quelle di una donna, ma rappresenta un ufficiale minore, più giovane del cavaliere, una sorta di cadetto.

In effetti se osservate attentamente un mazzo di carte siciliane vi convincerete della mascolinità delle ”donne”.
Ma sono tantissimi i simboli nascosti dentro un mazzo di carte siciliane.

Ne citiamo alcuni
Asso di Denari – [Aquila “a volo basso”] sopportazione, viaggio lungo, tempo lungo, potere e/o soldi;
Due di Denari – nonostante il profilo abbia vicina somiglianza a S.A.R. Vittorio Emanuele III Savoia, le monete sono attribuibili ad un profilo di una testa nuda a d. FERDINANDVS II / la coppia conduce all’eco del mito in Sicilia: vedi i Gemelli Palici e/o Dioscuri.
Tre di Denari – è la carta della “riuscita”, un nuovo affare, un nuovo lavoro, una novità in ambito lavorativo, ma anche dell’omino “in cerca” [del sette di coppe siciliano con “donnina”.
Cinque di denari spesso rappresentato con l’effige di Garibaldi
Asso di Coppe – lebete nunziale, tipico contenitore ceramico che si utilizzava per celebrare i matrimoni pagani della Sicilia in età Greca. E’ anche l’allegoria della casa, la famiglia e la felicità coniugale.
Due di Coppe – amore ma ricalca anche i segni zodiacali dei pesci rappresentato in miniatura sulla carta] ma anche dei gemelli e dell’acquario, quali amore fraterno e prosperità.
Tre di Coppe – vicino a casa, l’amore che genera il frutto, un obiettivo che si sta per raggiungere, un erede, una sistemazione.
Quattro di Coppe – tempo di sera, tempo vicino, attesa, conto alla rovescia, scontro coniugale o politico [tra i due spadaccini della miniatura campeggia un fregio sabaudo, forse la sconfitta dei Borboni ai mille di Garibaldi.
Cinque di Coppe – futuro imminente, ego, narcisismo, autoreferenzialismo [ miniatura di incensiere].
Sei di Coppe – Il veliero, la carta dell’avvenire, che colloca temporalmente la questione in esame nel futuro. Viaggi/esperienze archiviate, passato, ricordi, nostalgia.
Asso di Bastoni – portento, mascolinità, maschio, simbolo fallico, carico.
Due di Bastoni – incontro/ due cuori [coprendo col pollice i manici delle mazze] casa, affetti.
Tre di Bastoni – adulterio, terzo, mal innesto, ibrido, amaro.
Sette di Bastoni – la fine di una lite , di un contenzioso, di un giudizio : un accordo soddisfacente, positivo.
Un accomodamento, un intesa, la fine di una polemica.. brindisi! [miniatura del calice].
Tre di Spade – Nefasta. Litigio irrisolvibile, maleficio, maldicenza, calunnia grave, complicazioni , magia, sortilegio, grave malocchio. Male causato da invidia, magia. Legatura, fattura. Avvelenamento [miniatura calice da servizio].
Cinque di Spade – in genere è un blocco che interessa qualsiasi sfera : da quella psicologica, a quella familiare, a quella sul lavoro, a quella emotiva, a quella amorosa, solo gli affetti e la fedeltà può arginare il male [miniatura cane domestico/portatore di buona notizia.

Buona briscola a tutti e non picchiate i parenti😀🥳

Grazie a Giovanni Majolino


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Alessandro Sidoti

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Alessandro Sidoti

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