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La lanterna del Montorsoli , così come la Real cittadella…

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I NOSTRI MONUMENTI

Lanterna del Montorsoli

La Lanterna del Montorsoli, come anche la Real Cittadella e il Forte del SS. Salvatore, sorge sulla penisola di San Raineri (detta anche Zona Falcata) che prende il nome dall’eremita che anticamente, di notte, segnalava ai naviganti mediante dei fuochi la presenza della terraferma.
La sua costruzione fu commissionata dal Senato messinese allo scultore toscano Fra Giovannangelo Montorsoli nel 1547.
L’idea del manufatto scaturì da due diverse urgenze, ovvero l’esigenza di dotare l’imboccatura del porto di una guida per i naviganti e quella dei regnanti ispanici di creare una postazione di controllo dello Stretto in sostituzione della preesistente torre medievale.
La torre di forma quadrangolare, si eleva per 42 metri di altezza ed é costruita con grandi blocchi di pietra bianca.
L’interno é disposto su tre piani ad ogni piano c’è un grande ambiente.
L’ingresso è notevolmente sopraelevato rispetto al piano di calpestio mentre i due piani superiori sono separati dal pian terreno grazie ad una cornice marcapiano.
Le mura (interamente ricoperte da bugnato) sono di gran spessore (predisposte per resistere ai bombardamenti) ed infatti le scale sono state ricavate dentro lo spessore dei muri stessi. Dalle scale si arriva al terrazzo, dove si eleva una costruzione di forma ottagonale, rifatta nell’800 che racchiude la Lanterna vera e propria.
Altro elemento di richiamo tipicamente militare sono le ampie finestre strombate che ricordano molto delle cannoniere.
Dopo quasi un secolo dalla costruzione della lanterna, fu fatto costruire dagli Spagnoli un bastione a forma di tamburo con artiglieria per proteggere la lanterna.
Per accedere una volta c’era un rampa dove era poggiato il ponte levatoio successivamente sostituito da una scala in muratura.
Una curiosità sul nome della Torre è che in origine fu chiamata Torre del Garofalo perché nel mare, non molto distante da quel punto della costa, si formava e si forma ancora oggi un vortice detto “u garofulo”, molto temuto per i naviganti di quell’epoca che affidavano la loro sorte al remo e alla vela delle loro imbarcazioni.
Oggi il Faro è ancora attivo anche se è automatico e si trova dentro un giardino abbandonato ma da scavi recenti si sono trovati reperti archeologici.


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Alessandro Sidoti

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Alessandro Sidoti

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