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I NOSTRI MONUMENTI

Il Palazzo della Dogana

Nella Guida “Messina e dintorni” del 1902 si legge:
“[…] Proseguendo per il corso Vittorio Emanuele, s’incontra la Dogana. Essa fu fabbricata sull’area dell’antico Palazzo Reale castello formidabile rifatto dal Conte Ruggiero, ampliato da Federico II d’Aragona (1309), abbellito quindi dall’architetto Calamech (1565-1585) e completato finalmente dal regio ingegnere Antonio Ponsello (1649). In quel palazzo sontuoso Federico lo Svevo aveva congregato i primi rimatori in lingua volgare: colà alloggiarono i Re ed i Viceré di Sicilia: in esso morì Enrico VI imperatore (1197). I terremoti del 1783 lo danneggiarono gravemente, ma non fu abbattuto che per le lacrimevoli ire municipali, e sui pochi avanzi di esso furono rizzati i magazzini del Portofranco (1826) i quali, incendiati nel 1848, vennero anche rasi al suolo nel 1853 […]”.
Dopo il terremoto del 1908, la Dogana fu progettata dall’architetto Luigi Lo Cascio (Genio Civile) in stile liberty, e i lavori vennero appaltati alla Federazione delle Cooperative di Ravenna. La costruzione iniziò nel 1912 e fu ultimata in circa due anni.
L’edificio, ricade in gran parte sull’area del normanno Palazzo Reale ove, fino al 1783, sorgeva il grande Palazzo Reale, sede prima dei re e dopo dei viceré di Sicilia, alla pari del palazzo reale di Palermo.
Il corpo centrale, reca sul fastigio un gruppo allegorico che rappresenta la prua di una nave, con a fianco due ruote alate, mentre naviga tra i flutti di Scilla e Cariddi. Questa simbologia ricorda la vocazione commerciale di Messina che, in passato, ha tratto la sua maggiore economia soprattutto dai traffici marittimi. Sugli archi centrali, sopra i tre cancelli d’ingresso, risaltano le teste alate di Mercurio, protettore dei commerci. Lato mare, si arricchisce di una splendida cancellata in ferro battuto intercalata da colonne lisce in ghisa, con capitelli che sorreggono le travature di una grande tettoia, sempre in ferro, di epoca ottocentesca.


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