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I giganti della Trinacria…. lungo il corso del tempo

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I GIGANTI di TRINACRIA
Da Noti a Miti e Viceversa.
La storia remota di Sicilia è una perla pudica, protetta dalla conchiglia del MITO. gdm

Lungo il corso del tempo, i migliori -inscrittori- quasi a gara e quasi sempre su richiesta,
chè storia è scrigno di eroismi et ignomìnie uguale,
si cimentano nell’ eroica impresa di catalogare migliaia di anni di storia Siciliana, tutte medaglie al valore letterario, ma poche al merito della cronaca non edulcorata.

I più erano portati a dar sfogo alla fantasia ma…
La verità è come il seme
d’un frutto magico
a distanza di secoli può sempre germogliare se trova il terreno giusto. gdm

La Genesi 6:4 narra:
《In quel tempo c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche in seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero da loro dei figli. Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati famosi》 (Genesi 6:4)

Diodoro Siculo grosso modo 300 anni prima di Gesù, girovagando nei pressi di Castrogiovanni, scorge o estorce certamente qualcosa dagli abitanti tenebrosi del posto, ma anche nel corso del tempo in giro per la Sicilia ottiene notizie preziose, scrive su i giganti di Sicilia, ritenendoli della terra e non cielo, come avevano asserito i greci.

REBUS SICULIS
De gli Habitatori della Sicilia

[…]Beroso et Homero, et multi altri iscrittori di cose antiche, affermano che i Ciclopi fùrno i primi c’habitassero in Sicilia, i quali erano monstri d’huomini, come quelli che passavano con l’inusitàta grandezza del corpo, l’usata quantità della grandezza humana, et erano dimamdati da gli antichi, li Giganti.

Della lor grandezza ancor le caverne et i lor monstrosi corpi,
si vedon insin’ at hoggi ( seconda metà 1500), quasi par maraviglie et miracoli, ne fanno fede: ma per esser multi huomini del vulgo, a’ quali non si può dar at intender la grandezza de’ Giganti, né privarla loro per l’autorità de’ gli antichi, pensandosi ch’elle eran favole et cose da ridersene le distrussero…

…io, per cavarli da quest’ errore, per sgannàrli e per confermar la veridicità di questa cosa, ho ricercato a lungo e posto veduto co’ proprij occhi, congiungendo insieme l’autorità di questi antichissimi et grandissimi iscrittori, con la gravità e la sententia della mia inscrittura…

Beroso ne l’Historia sua, cavò dalle historie de’ Caldei, de gli Egittij e de’ Fenici tutto quello che v’era di buono et scrive im tal maniera:
《 prìa che quella grandissima et famosissima inondatione d’acque, per la qual tutta la terra fu sommersa, sì come riportano i Caldei, presso il Libano, la città grandissima d’ Enone era habitata da Giganti, essi, da Levante a Ponente, signoreggiavano su tutto…

…i Giganti descritti dai Caldei, opprimevano tutti gli huomini, erano lascivi et libidinosi, furno inventori delle tende de’ padiglioni, de gl’instrumenti musicali e di tutte l’altre cose lascive…

…essi mangiavan gli huomini et procuravan d’haver de’ bambini non nati, ò sconciature, per procurarseli: essi usavan indifferentemente con le madri, le sorelle e le figliuole; co’ maschi e con le bestie, non era scelleratezza alcuna ch’eglino non havessero ardir di commettere…》

Le testimonianze raccolte da Fazello:

Timeo, si crede ch’i Giganti pe’ l’extrema grandezza de’ corpi, sien nati del Cielo e della Terra.
Diodoro, nel V libro scrive: 《I Giganti per esser di grandissima et l’extrema forza, si crede sien nati dalla terra》.
Il medesimo, nel VI libro aggiunge: 《I Giganti confidatisi nella gagliardìa et grandezza di corpo, non volendo obbedire alle leggi, fecero contra gli huomini multe cose ingiuste, e ridussero in servitù le genti e le città ch’eran a lor vicine》.

Che i Giganti fusser.di smisurata grandezza di corpo, ne fanno fede i lor corpi ritrovati in multi luoghi, com’ è affermato da gli iscrittori antichi autorevolissimi.
Strabone, nel suo libro
-De Situ Orbis-, Plutarco ne -La Vita di Sertorio-, essi seguendo le teorie di Gabino Historico, dicono che Sertorio nella Mauritania, rovinò in prova il sepolcro di Anteo, et ivi trovò un corpo di settanta cubiti…

Filostrato, sostenne che in Frigia fu sotterrato il corpo di Illo, figliuol d’Ercole, il quale occupava nove iùgeri di terra, il medesimo, scrive che nella selva di Nemèa è il corpo sepolto d’Oreste lungo ben sette cubiti et quello d’Aiace, d’undici cubiti…
…Filostrato riporta che in Soria un giorno rovinò presso un argine del fiume Oronte, il corpo morto d’un certo Ariano Etiope, forse Indiano come multi addusser, il quale era lungo oltre trenta cubiti…

… tra l’altre multe testimonianze di corpi de’ Giganti, riporto quella della Spelonca del Monte Signo, ove fu trovato il cadavero lungo trenta cubiti, il quale fu ammazzato da Apollinare, si dice ch’egli era venuto in favor de’ Troiani..
Altre testimonianze, nell’isola di Coo…nell’isola di Lemmo trovato da Menecrate di Stiria…

Filostrato iscrive che Protesilao, pur essendo di vent’anni vecchio, era alto venti cubiti.
Plinio nel suo VII libro al Cap. XVI, scrive che su un Monte nell’isola di Candia, fu trovato un corpo lungo quarantasei cubiti.
L’autorevolissimo Solino, scrive che al tempo della grande guerra che fu in Candia, la corrente d’un fiume disotterrò un corpo umano lungo trentatrè cubiti, il qual fu veduto da L. Flacco e L. Metello…

Il Gigante ritrovato ad Erice:

In Sicilia, il monte Erice è notissimo, il qual vien detto oggi ( sec. metà 1500) il monte di Trapani; alle radici di questo monte, verso Levante, cavand’un giorno certi contadini il terreno per li fondamenti d’una casa continesca, e questo fu nel MCCCXLIL, cavand’essi più in basso di quanto necessitava, s’abbatterono à trovar un antro grandissimo, ove essendo entrati, trovorno à sedere un’huomo di monstrosa grandezza, ond’eglino presi dallo spettacolo pauroso uscendo lesti dall’altro, corsero in città e raccontarono ai cittadini la cosa spaventevole ch’essi avean veduto…

…commossi gli Ericini da quelle parole, pigliando l’armi vennero armati all’antro, multi di loro con torce accese in mano entraron dentro et accostatisi al mostro, trovaron non un’huomo vivo ma un cadavero umano di smisurata grandezza, il qual era stato posto a sedere, con la man sinistra appoggiata ad un bastone, grande come l’albero d’una nave;

Il corpo non era né magagniàto né guasto in parte alcuna, eppur appena essi toccaron il bastone, il corpo si risolvè in polvere lasciando ignudo una grossa verga di piombo ch’albergava dentro, questa, aggiungea ( partiva) da terra insino alla mano del Gigante…

…toccato che fu ancora, il corpo immenso s’incenerì, eccetto trenta (30) denti mascellari
di grandezza incredibile e la parte dinanzi il cràneo, entro la quale capivan multe moggia siciliane…

Gli ericini, per memoria di questa cosa tanto meravigliuosa, infilzaron tre (3) di quelli denti in un fil di ferro e li poser a’ piedi un’immagine del Crocifisso, ch’è nel mezzo della chiesa della Nunziata della città di Erice.
La risposta degli uomini saggi di quella terra, fu che quel corpo appartenesse al Re di quel paese, il quale fu ucciso da Ercole, sì come scrisser multi eruditi iscrittori antichi.

Lo speco ò caverna per memoria di questo, ritiene ancor oggi ( sec. metà 1500) il nome di quel gigante, et volgarmente hoggi si chiama grotta di Mortogna, i denti mascellari si son veduti sospesi in quella Chiesa insino al mio tempo, in cui imprudentemente da quei cittadini furon dati ad un predicatore dell’ordine di S. Francesco, il quale li persuase à farseli dare acciò li portasse al Papa.

Il Gigante di Caltanissetta:

Il Boccaccio, nel IV libro della Genealogia degli Dei, al LXVIII. Cap, scrive che trovandosi in Sicilia, ospite di Giovan Braccioforte conte d’un castel moderno detto Mazareno, fu testimone d’una cosa meravigliuosa.
Il Conte, volendo nell’anno MDXVI fabbricar una casa per guardia d’una vigna, allor quando i muratori andavan cavando i fossi per li fondamenti, vennero a percuoter con le zappe un corpi humano, lungo venti cubiti…

…il conte Giovanni e sua moglie Emilia, allhora gravida, insieme a tutte le persone del Castello, vennero a Gibilo, ove con gran meraviglia videro quel cadavero grandissimo, insieme col suo capo, il quale era grande come una botte, Emilia per lo tremendo spettacolo svenne e sconciò ( abortì), gli huomi presi dal panico toccaro il corpo e quello presto si risolse in cenere, eccetto i denti ciascun de’ quali pesò cinque (5) once…

…questa cosa mi fu narrata allor che fui ospite presso il Castel di Caltaniseta, nel mese di Settembre dell’anno MDXLVI da Antonio Conte di Adrano e da Emilia sua germana in persona, le quali son nobili di fede, li quali narrano ch’essi stessi medesimi l’haveano venduta, per testimonianza del vero, il Conte mi mostrò alcuni di quei denti ch’egli stesso possedeva…

…fa fede di questo ancora l’effige del ritrovato Gigante, fatto ritrarre in un muro del suo palazzo, il qual fece fabbricar nel detto Castel di Caltaniseta la detta contessa Emilia, posto la morte del marito…

Il Gigante degli Iblei:

Milillo è un castelletto in su la cima de’ Monti Iblei vicino al mare, poco sotto questo castello, a le radici del monte ove sgorga la fonte di San Cosmano, si vedono multe sepolture di Giganti, le quali son di grandezza incredibile, da esse multi studiosi di cose antiche cavan ossa humane grandissime et innumerevoli denti macellari…

..alcuni di questi denti mi sono stati dati da Pietro Paulo, uno de’ nobili di questa terra, grande experto collezionista e curioso investigatore di simili cose, è egli che confuta e rende chiara la tesi che giammai trattasi d’ossa di balene o vari altri animali…
…io conservo con gran diligenza i denti, li mostro a chi di scienza più di meco comprende e a chi non lo credesse, essi pensano ognuno più di quattro ( 4) once.

Il Gigante di Carini:

Nel paese di Iccara, antico castello de’ Sicani, hoggi detto Carini, a tre (3) miglia d’un monte verso Ponente, Monte Lungo, vi sono multe sepolture di Giganti, onde si cavan ossa e denti… di questo sito pur io conservo un reperto: un osso di spalla di gigante il quale fu disotterrato quivi…

Il Gigante di Palermo:

Nel paese di Palermo, nell’anno MDXLVII, presso la notissima fonte -mar dolce- lontana dalla città tre ( 3) miglia, venne ritrovato il corpo d’un Gigante alto diciotto cubiti da un tale Paolo Leontino, il capo et altre ossa, furono portate al Capitano di città Sig. Valguarnera[…]

Da Rebus Siculis di Tommaso Fazello, trad. di fra Remigio Fiorentino.

Libere Considerazioni e tanti Dubbi:

I mitici popoli seminomadi giganti, documentati nei testi antichi dei Sumeri e degli Accadici vedi ad esempio gli Amorrei, gli Emim, i Refaim, gli Anakim gli Zamzummim… sono tasselli tralasciati parte di questo Antico Enigma ancora tutto da scoprire.

[…] Il Paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un Paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vedemmo era di alta statura; e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro[…] (Numeri 13:32-33)

Narrano dei giganti un po’ tutti testi antichi non certo solo
i libri sacri di tutte le religioni monoteiste e meno.
Ogni popolo vanta i suoi uomini giganti noti divenuti miti.

La letteratura rabbinica ad esempio, tramanda che i giganti avessero dimensioni sproporzionate, altrettanto storpia la verità storica con l’intenzione di demonizzare gli
– individui diversi- in una forma di evidente primordiale razzismo.

Inserendo elementi che conferiscono ai giganti l’aspetto oltremodo spaventoso, i rabbini ne fanno dei Demoni mangia uomini 《…potean essi divorare cento cammelli o cavalli al giorno, arrestavano i corsi d’acqua con i piedi. Avevan più denti rispetto ad un comune uomo, indossavano collane una sull’altra e conducevano una vita altamente immorale》(Midrash Abkir; Ber. R. 27).

《Dall’accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo, ed una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo》.

Parliamo ora d’altro.
Il Gigantismo ed il nanismo, sono alterazioni della crescita umana scheletrica e muscolare, ben note alla medicina. Hanno vari gradi di decorso, ma di fatto il principio clinico prevede che l’individuo affetto da tale malfunzionamento -ghiandolare- cresca o non cresca superando o rimanendo sotto i limiti della consueta media standard.

Per quale motivo Fazello avrebbe dovuto mentire sui ritrovamenti dei resti ossei dei giganti?
Il frate trova e cataloga fossili e ossa di molti animali oggi estinti a noi corrispondenti… elefanti nani,cervi, orsi, balene delfini,
i resti ossei umani sono differenziati!

Fazello è un ricercatore acutissimo, in viaggio per venti anni per la Sicilia a dorso di mulo, oltre a tutto il resto “riesumato dall’oblio”, nelle vesti di eccellente naturista e biologo, a tempo perso, classifica ogni materia minerale, vegetale, solida e liquida a lui scienziato della sec metà del 500 sconosciuta.

Molti estimatori del lascito del Fazello, libro quasi magico per certi aspetti, sono convinti che il frate non mentì a proposito dei ritrovamenti dei resti dei giganti.

Credono che non lo fece, perché il frate di fatto cercando nei testi appropriati e trovate le prove in luoghi precisi, associate a varie testimonianze, riesce a chiudere il cerchio della storia come nei libri successivi, con vero prodigio e acume illuminato.

Gli stessi custodi della fedeltà storica di Diodoro e Fazello, al capitolo de primi Habitatori, con exstrema ratio e sincerità ammettono come alla favola in effetti diede spazio il frate, ma in tutt’altro punto e perché costretto.

Chi creò i primi abitatori di Sicilia?
Questo fu il momento della deviazione, non è l’esistenza dei giganti a mancare di prove, ma l’origine: chi creò i giganti? da dove giunsero?

Cosa avrebbe mai dovuto scrivere a questo punto, il domenicano da Sciacca scienziato del 500, con un piede nel dogma e l’altro nel pericoloso spazio del “collega” domenicano G.Bruno?

Essendo egli tra le massime cariche dell’inquisizione di Palermo, nonché controllore di tutti i tribunali della Sicilia centro Occidentale.
Non potendo egli nemmeno nominare le solide testimonianze di Plinio il Vecchio, di Plutarco o Erodoto che bene si espressero a proposito dell’esistenza di antichi popoli di uomini giganti stanziati e nomadi,

a servizio della -verità dogmatica della Chiesa- in memoria e monito dei futuro -inscrittori-, Fazello, piega la verità del suo monumentale Rebus Siculis, esattamente come volle il suo Ordine Monastico.

Così, ancora una volta come per gli elleni e Diodoro, la storia degli uomini giganti, diviene preda di un’acconciatura, di un modellamento strettamente legato non alla volontà pratica quanto al vincolo religioso dei popoli.

Letture Curiose e Divagazioni Storiche Rubrica Culturale di Giuseppe Mistretta


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Alessandro Sidoti

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Alessandro Sidoti

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