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ERANO I GIORNI DELL’AGOSTO MESSINESE

La ballerina in costume siciliano col tamburello e la gonna svolazzante decorata da diversi esempi d’arte e tradizione folclorica e religiosa cittadina, simbolo dell’”Agosto Messinese” ed immagine parlante della città in un periodo felice, apre questa rassegna di immagini di una manifestazione estiva che incise profondamente nel tessuto sociale e culturale di Messina, rappresentando un’epopea dai contorni mitici e rimasta, indelebile, nell’immaginario collettivo e nella memoria di quanti l’hanno vissuta. A disegnarla fu quell’indimenticabile maestro messinese, scultore e pittore, che ha segnato un’epoca nella storia artistica della nostra città: Francesco Finocchiaro. Un ciclo ininterrotto di festeggiamenti della durata di 31 giorni l’”Agosto Messinese”, che, dal 1934 al 1963, caratterizzò le antiche “Feriae Augusti” di romana istituzione come momento clou della serie di iniziative religiose, culturali, artistiche, sportive e folcloriche della città dello Stretto. “Durante l’agosto – si legge nella rivista “Agosto in Messina” del 1956 – non v’è distinzione a Messina tra il giorno e la notte, la città vive una vita intensa, continua, rumorosa, nell’ininterrotto alternarsi dei festeggiamenti”. E, oltre alle manifestazioni di riferimento e di importanza storica, Fiera, Vara e Giganti, nell’immenso e variegato palco dell’”Agosto Messinese” sfileranno, anno dopo anno, concerti bandistici, opere liriche, rappresentazioni teatrali, opera dei pupi, operette, concerti per fisarmoniche, rassegne canore per dilettanti, teatro dei piccoli, festival della canzone, raduno internazionale del costume, compagnie di riviste, cantanti e presentatori della Radio, Rassegna Cinematografica all’”Irrera a Mare”, tornei internazionali di pallacanestro (la mitica “Coppa Cesare Lo Forte”), gare di ciclismo, automobilismo, motociclismo, incontri di tennis, pugilato, lotta greco-romana (chi non ricorda Primo Carnera, il gigante buono di Sequals?), judo, canottaggio, motonautica, atletica leggera, pattinaggio a rotelle, ginnastica artistica, regate veliche, lancio di paracadutisti ecc.
Ma, anche, processioni a mare con l’indimenticabile Arcivescovo Angelo Paino, straordinarie luminarie, fantasmagorici fuochi pirotecnici, lancio di palloni aerostatici umoristici (famosi, “i palluni i Rappazzu”), mostre, convegni, carri allegorici goliardici, concorso addobbo ed illuminazione vetrine dei negozi, gare enigmistiche e tutto quello che la fantasia umana e l’amore verso questa città potevano escogitare. Gli anni più fecondi dell’”Agosto Messinese” furono quelli dal 1950 in poi quando Lucio Speranza, stampatore messinese, ricoprì la carica di presidente della relativa giunta esecutiva.
Nel 1963 cessò malinconicamente di esistere: era finito l’”Agosto Messinese”, era finita un’epoca.

Nino Principato


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