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BELICE

Il 15 gennaio del 1968 ebbe inizio in Sicilia occidentale un lungo sciame sismico che terminò nel mese di febbraio del 1969, caratterizzato da numerose scosse, le più forti delle quali si verificarono tra il 14 ed il 25 gennaio 1968.

Il 14 gennaio 1968 furono avvertite le prime scosse: tremò tutta la Sicilia occidentale, non si registrarono crolli ma la gente fu presa dal panico e decise di dormire all’aperto, avvolta in coperte o in macchina, sulle piazze dei paesi o in aperta campagna.

In piena notte si verificò però un’altra scossa, questa volta violentissima, che colpì la Valle del Belice, dove subirono danni gravissimi Gibellina, Salaparuta, Santa Ninfa, Montevago, Partanna, Poggioreale e Santa Margherita Belice, compresi nei territori delle province di Trapani ed Agrigento che, all’epoca del terremoto, non erano addirittura classificati sismici.

Il 90% del patrimonio edilizio rurale subì danni irreparabili, con gravi ripercussioni sull’economia quasi esclusivamente agricola dell’area.
Sulla gravità del danno pesarono le scadenti condizioni degli edifici.

Si contarono centinaia di vittime, più di mille feriti e un numero spaventosamente elevato di sfollati.
Come se non bastasse si aggiunse la lenta e difficile ricostruzione delle zone colpite a causa di errori, speculazioni e non controllate gestioni delle risorse.

Dal web


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