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PALAZZO DEL GOVERNO

Proseguendo per via Garibaldi, dopo piazza Municipio, s’ incontra il Palazzo della Prefettura sorto sull’area di un antico edificio che, fino al 1806, fu Sede del Gran Priorato dell’Ordine di Malta.
Nel 1912 il progetto fu affidato ad un architetto di fama internazionale, Cesare Bazzani (Roma 1873-1938). Il progetto vide una rapida realizzazione.
Dopo qualche incertezza per i problemi che comportava la presenza delle autorevoli rovine di S. Giovanni di Malta nell’area in cui doveva sorgere il nuovo palazzo, l’architetto, che in passato si era già confrontato con problemi di questo genere (vedi il disegno per la facciata di S. Lorenzo a Firenze e la realizzazione del Palazzo delle Belle Arti con il riassetto della Valle Giulia a Roma) consegnò, nel luglio 1913, il progetto definitivo, realizzato poi dalla Società Cooperativa di Ravenna nel giro di due anni.
Aldilà della discussa soluzione del Bazzani circa la sistemazione data alla tribuna della chiesa gerosolimitana, il palazzo della Prefettura

“dimostra come sia possibile stemperare l’esigenza di aulicità di un edificio pubblico nella nuova linfa di un impianto memore della lezione Liberty” in cui “[…1 giuocano un loro ruolo: il colore, gli aggetti poco marcati, la mancanza di ordini giganti e soprattutto le ben calibrate soluzioni d’angolo” (A. Indelicato, L’architettura liberty a Messina, in Il Liberty, Messina 1985, p. 69).

L’edificio a corte, prospetta con un fronte di 80 m. su piazza Unità d’Italia.Sul retro si conforma attorno all’angolo occupato dalla chiesa di S. Giovanni con l’aggiunta di un corpo, anch’esso a corte (attualmente sede degli uffici della Questura) che prospetta sulla via Placida.
Omogenea anche se articolata si presenta la decorazione esterna che si avvale dell’uso differenziato degli intonaci come gran parte dell’architettura messinese di questi anni. Sull’alto zoccolo (rivestito in marmo nei prospetti est e sud) si innestano una fascia ad intonaco lavorato a bugne ed una successiva ad intonaco liscio.
Caratterizza il piano superiore un rivestimento a mattoni dipinti di rosso. Membrature e lesene segnano gli aggetti e scandiscono il succedersi delle aperture bipartite e tripartite. Mentre elemento di vivacità costituisce l’inserimento ad angolo di due corpi ottagoni arretrati rispetto alla superficie delle facciate con coronamento rialzato che richiama la soluzione adottata nella sezione centrale del prospetto principale.
L’ingresso principale immette in un grande atrio colonnato ed in una monumentale scala di rappresentanza che conduce al piano superiore.


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