Tradizione antica messinese é che i biscotti al burro vengono inzuppati nella granita limone una vera goduria…
Biscotti al-burro-rigati messinesi
Questi biscotti al burro sono caratteristici della mia città, Messina, si trovano sia nei panifici che nelle pasticcerie, poi di burro non è che ne abbiano tanto, ma qui si chiamano così e sono ottimi per l’inzuppo perché assorbono senza spappolarsi. Il mio ricordo legato a questi biscotti è nostalgico, risale a mia nonna, mi ha insegnato a gustarli con la granita di limone, lei ne metteva nel bicchiere due o tre così mentre ne mangiava uno l’altro si inzuppava, furba lei.
Ricetta per i biscotti al burro rigati:.
per circa 45 biscotti
500 g farina 00
150 g zucchero
125 g burro morbido
1 bustina di lievito
La scorza di mezzo limone
2 uova
50 ml di latte
Per fare le righe:..
1 uovo sbattuto per spennellare
Mescolare la farina con il lievito e setacciare.
Montare le uova intere con lo zucchero fino ad ottenete un composto spumoso.
Aggiungere il burro morbido a pezzetti e l’aroma e continuare a montare il composto.
Unire poco alla volta la farina con il lievito e il latte.
Versare il tutto sul tavolo infarinato ed impastare per rendere omogeneo l’impasto.
Coprirlo con la pellicola e fare riposare in frigo per 1 ora.
Stendere la pasta di uno spessore di circa 1 cm, tagliare un rettangolo possibilmente regolare, in modo da poter successivamente riutilizzare gli scarti del taglio.
Spennellare con l’uovo sbattuto, la pasta e passare la spatola dentata per formare le righe, esercitando una lieve pressione
(per chi non avesse l’attrezzo adatto si possono fare anche con una forchetta).
Ritagliare, in senso perpendicolare alle righe, delle strisce della lunghezza desiderata oppure di 2,5 cm x 8-10 cm e sistemarli sulla teglia rivestita con carta forno.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 10-15 minuti dipende dal vostro forno.
Rimpastare gli scarti e ripetere il procedimento, così non si butta via niente.
Se volete raddoppiare la dose utilizzate 5 uova ed eliminate il mezzo bicchiere di latte, al limite qualche goccia se l’impasto dovesse risultare troppo duro.
Grazie a Giovanni Majolino
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