LA NOSTRA STORIA
“La Via Porta Imperiale”
-Un passato ricco di storia Nel 1535 fu attraversata da Carlo V, da cui prende il nome. Al posto del Tribunale sorgeva l’Ospedale maggiore.-
Il 21 ottobre 1535 l’imperatore Carlo V, reduce dalle vittorie di Goletta e di Tunisi, entra trionfalmente a Messina. Attraversa proprio quella che sarebbe stata chiamata via Porta Imperiale. Ma non basta. Bisogna ricordare l’avvenimento con qualcos’altro: ecco quindi che viene eretta una porta marmorea monumentale, poi distrutta dal sisma del 1908. Ha un significato storico di rilievo l’attuale via Antonio Martino, dedicata al politico ed economista messinese. Percorrendola verso sud, all’incrocio con via T. Cannizzaro, sorge un’ala del Tribunale. Un tempo al suo posto spiccava l’Ospedale maggiore di Santa Maria della Pietà, la cui costruzione ha inizio il 12 ottobre 1542. Poco più avanti, sulla destra venne realizzato il cosiddetto palazzo “Degli elefanti”, le cui teste scolpite affiancavano il portale principale d’ingresso. I resti, oggi, si trovano poco prima della chiesa della Madonna del Carmine (o di San Lorenzo), costruita nel 1931 in stile settecentesco tipico della Messina pre-terremoto, su progetto dell’arch. Cesare Bazzani, autore anche del Palazzo della Prefettura. Alle spalle si sviluppa il settecentesco quartiere del Tirone. «Dopo l’assedio di Messina, nel 246 a.C., per opera di Gerone II tiranno di Siracusa, che qui si era stabilito con le sue truppe, il sito venne detto “Mons Hieronis”, quindi “Jerone”, “Alterone” e “Tirone», ricorda l’architetto Nino Principato. Lungo i vicoli del quartiere sorgono abitazioni a due e tre elevazioni fuori terra, successivi al sisma del 1783. Delle numerose chiese del quartiere giacciono ancora i resti di quelle di S. Maria degli Angeli al Tirone (1601) e della Natività di Maria al Noviziato (1623). Scomparse, invece, quelle di S. Lucia dell’ospedale, del Crocifisso ritrovato, di S. Michele al Tirone, di S. Maria di Lampedusa e di S. Barbara.
A monte di Piazza del Popolo sorge la chiesa dello Spirito Santo, voluta da Alfonso il Magnanimo, nel 1452, accanto al monastero femminile fondato nel 1291 da una dama messinese. Nel 1908 andò quasi distrutto e fu poi ricostruito.
La via Porta Imperiale si conclude all’incrocio con via S. Cecilia, dove è ubicata la statua di Sant’Annibale Maria di Francia, collocata nel 1968. Di fronte svetta la Basilica di S. Antonio di Padova, in stile neo-classico, inaugurata il 13 giugno 1922. Custodiva le spoglie mortali di Sant’Annibale, oggi traslate in una cripta adiacente al tempio.
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