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ELEZIONI DEL PASSATO A MESSINA

SI AVVICINANO LE ELEZIONI A MESSINA PER IL SINDACO E IL CONSIGLIO COMUNALE, A MAGGIO SI DOVREBBE ANDARE ALLE URNE, IN AUTUNNO ELEZIONI REGIONALI IN SICILIA. COME SI SVOLGEVANO LE CAMPAGNE ELETTORALI NELLA CITTA’ DELLO STRETTO? AMARCORD DI UNA CITTA’ CHE FU

Nel 1947 nasceva a Messina la “Catri Pubblicità”, fondatore il grande, fantasioso e coraggioso giornalista Vito Carilli. Oltre ad aver creato a Messina il settimanale “Panorama” nel 1957 poi ceduto alla Mondadori, alle elezioni del 1948 Carilli, con la “Catri Pubblicità”, stabilisce un eccezionale primato ancora oggi seguito dai candidati: i volti vengono raffigurati sui manifesti elettorali, per la prima volta, di Alliata e Leone Marchesano per il Partito Nazionale Monarchico.
In quell’anno, 1948, alle elezioni politiche del 18 aprile si presenta il messinese Antonio Blandino che impazza in piazza Cairoli, candidato con il n.3 nella lista del partito dei “combattenti” che ha per simboli una tromba ricurva come quella degli antichi postini.
Davanti a folle oceaniche che gremiscono le piazze dove tiene i suoi comizi che ricordano analoghe gigantesche adunate del passato, l’On. Blandino, come già viene chiamato dalla popolazione plaudente, dimentica per un momento la sua poco raffinata condizione sociale di cameriere di bar per calarsi nel personaggio dell’uomo politico, sicuro di sé e dalla sciolta e brillante favella.
L’Onorevole arriva in piazza ritto e impettito a bordo di un’auto scoperta stile anni ruggenti, scortata da nugoli di schiamazzanti goliardi che dirigono la sua campagna elettorale e preceduto da lunghe ali di motociclisti come in una grande parata alla quale mancano solo i festoni e la rituale pioggia di coriandoli e volantini colorati di benvenuto.
Gli altoparlanti diffondono a tutto volume la marcia trionfale dell’Aida e Blandino, tirato a nuovo per l’occasione e con l’abito buono, si avvia al palco facendosi largo fra la folla entusiasta che urla: “W. l’On. Blandino!”, “Blandino sei tutti noi!”, “Ti vogliamo al Parlamento!”.
E Blandino, conscio dell’importante ruolo che sta ricoprendo in quel momento, con grande senso di responsabilità rassicura dal palco la folla intervenuta: “Cittadini, se voi non mi traditi, vi giuro che quando mi troverò alla camera prenderò i miei indegni colleghi e li butterò fuori dal finestrino della camera!”.
Applausi e fragorose urla della folla che chiede all’onorevole di parlargli del piano Marshall: “Cittadini, io vi dico che se il piano maresciallo non ha niente di sotto allora a me mi piaci, ma se ha qualcosa di sotto allora a me non mi piaci…”: “Bravo Blandino! Sei tutti noi!” fa eco la folla osannante. “Noi alla notte mentre camminiamo per le strade – continua Blandino – vediamo moltissime donne di notte; la maggior parte vedovi di guera e se queste vedovi di guera girano la notte per le strade e sotto gli alberi di Piazza Cairoli voi mi avete capito perché hanno dei bambini che li debbono sfamare. Tutto ciò questo avviene perché non hanno una pensione giusta per poter vivere durante il mese”. Il comizio prosegue con altre amenità concludendosi con l’immancabile pezzo musicale operistico, rulli di tamburo e vari strombettii.
L’On. Blandino otterrà 300 voti nella competizione elettorale e lascerà alla storia il ricordo imperituro del suo nome stampato a caratteri di scatola in un numero unico, appunto, “L’On. Blandino”, diffuso il venerdì 16 aprile 1948 e nel quale campeggia un nutrito articolo dal titolo “Oceaniche travolgenti manifestazioni di folla salutano i comizi di Antonio Blandino.”.
Nel 1958 ancora la “Catri Pubblicità” si intesta una grande innovazione che sarà poi copiata anche da Romano Prodi alle politiche del 1997: per la campagna elettorale dell’armatore Achille Lauro (da non confondere con l’omonimo cantante), il creativo Gaetano Rizzo Nervo (che a sua volta aveva fondato a Messina nel 1957 il rotocalco “Gente”, passato poi alla Rusconi), inventa con la “Catri” per cui lavorava, la “Carovana Lauro”. Il candidato così si spostava ovunque seguito da pullman attrezzati con uffici stampa, segreteria e perfino ristorante e camere da letto!
Erano gli anni, i favolosi ’50 del Novecento a Messina, nei quali i grafici della “Catri” disegnavano i manifesti della propaganda elettorale che poi venivano affissi nelle facciate delle case, personaggi che hanno fatto la storia di quegli anni irripetibili e che si chiamavano Felice Canonico e Francesco Finocchiaro e Stefano D’Arrigo, autore dei testi. La “Catri”, dal 1972 trasformatasi da ditta individuale a società di capitali con l’attuale denominazione di G.I.P. Srl, Generale Italiana Pubblicità, segnava visivamente un’epoca e non soltanto nel campo della propaganda elettorale.
Ed erano anche gli anni degli stampini e delle sagome forate col numero, da applicare sopra la scheda in maniera da guidare la matita dell’elettore analfabeta. Gli anni dei cartoncini col simbolo della DC e le righe in bianco per scrivere numero e nome e cognome del candidato, gli anni dove nella scheda elettorale messinese erano presenti i simboli della Madonnina del Porto e dei Giganti Mata e Grifone e gli anni nelle quali il Partito Nazionale Monarchico distribuiva monete, tanto, erano… di plastica!

Ancora oggi, alcuni muri delle case popolari recano sbiadite dal tempo divoratore scritte con nomi e partiti da votare, emblemi di un’epoca quando i voti si ottenevano anche con i pacchi di pasta o con le scarpe: quella destra consegnata prima del voto, quella sinistra a voto concluso e se nello spoglio i conti tornavano!

Nino Principato


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