LA CHIESA DI S. ANTONIO ABATE A MESSINA E LA SIMBOLOGIA CRISTOLOGICA DEL NUMERO 8
Quante volte la guardiamo distrattamente percorrendo il marciapiede del Corso Cavour, una delle tante chiese volute dall’Arcivescovo Angelo Paino dopo il sisma del 1908, le lanciamo uno sguardo frettoloso, non più di tanto e poi via, a proseguire per la nostra strada. Eppure la chiesa di S. Antonio Abate per chi ha occhi per vedere e non per guardare, per chi si lascia coinvolgere dal linguaggio dei simboli, per chi non si ferma all’apparenza ma indaga sui contenuti, svela le sue meraviglie a quanti provano ad essere “uomini e donne da cattedrale”, dove la simbologia era tutto.
Sulla sua stessa area sorgeva la monumentale chiesa della SS. Annunziata dei Teatini, opera magistrale del 1660 dell’architetto modenese Guarino Guarini. Dopo il terremoto che la distrusse in gran parte, l’ingegnere Francesco Barbaro il 15 aprile 1925 progettava l’attuale chiesa, realizzata dal 1928 al 1930 dall’impresa dei Fratelli Cardillo e inaugurata solennemente con la benedizione di mons. Paino il 14 agosto 1930. Il messinese Salvatore De Pasquale (1883-1947), nel 1930, ne affrescava mirabilmente le due cappelle laterali e quella dell’altare maggiore.
A cosa pensava probabilmente l’ingegnere Barbaro nel disegnarla? Pensava al numero 8 e a tutte le implicazioni di carattere religioso che questo numero particolare recava con sé:
– 8 sono le colonne;
– 8 sono le nervature interne ed esterne della cupola;
– 8 sono i gradini davanti al portico d’ingresso;
– 8 sono le colonnine del lanternino della cupola;
– 8 sono i finestroni del tamburo della cupola;
– 8 sono le finestre ad occhio sulla superficie della cupola;
– 8 sono le travi di fondazione centrali, a formare un ottagono regolare;
– 4 sono le finestre nelle cappelle laterali e in quella dell’altare maggiore (sottomultipli di 8).
Perché il numero 8?
Perché questo numero è quello della Resurrezione di Cristo.
Ed ecco perché le fonti battesimali sono a pianta ottagonale e, quando le pochissime sono a pianta circolare, hanno il basamento a forma di ottagono regolare. S. Ambrogio stesso, nel IV secolo, diceva: “[…] era giusto che l’aula del sacro Battistero avesse otto lati, perché ai popoli venne concessa la vera salvezza quando all’alba dell’ottavo giorno Cristo risorse dalla morte.”.
Si, ottavo giorno perché il calendario ebraico ha inizio la domenica e finisce il sabato (7° giorno); perché 6 sono i giorni della Creazione e il 7° giorno, sabato, Dio si riposò; perché l’8° giorno dopo il sabato ebraico, domenica, è il giorno della Resurrezione di Cristo; perché l’Ottava di Pasqua, 8 giorni, cade la domenica in Albis.
Del resto lo stesso Cristo, dopo la sua morte e Resurrezione, apparve agli apostoli due volte a distanza di 8 giorni e sempre il primo giorno della settimana ebraica, di domenica dopo il sabato (Giovanni 20,26).
8, inoltre, è quel numero che si ottiene sommando 1+3+4 = 8 (1 Unità, Dio; 3 Trinità; 4 gli elementi del mondo creato, acqua, fuoco, terra, aria). E l’ottagono con 8 lati rappresenta l’elemento di mediazione fra il quadrato e il cerchio quando queste due ultime figure geometriche si intersecano unendo i punti di intersezione. Il quadrato è la terra, è la materia, è il finito mentre il cerchio è il cielo, è lo spirito, è l’infinito. E per poter passare dal quadrato al cerchio ci vuole l’ottagono, ci vuole il battesimo, bisogna spogliarsi dell’”uomo vecchio” per vestirsi dell’”uomo nuovo”.
Testine di angeli ci guardano dall’alto dei capitelli della chiesa di S. Antonio Abate: sotto, si distendono festoni con 8 melagrani a 4 a 4. Ancora il numero 8 e la melagrana simbolo antico di fecondità ma anche della verginità di Maria che, quando è aperta come raffigurata nella “Madonna Salting” di Antonello da Messina del 1464, rappresenta la maternità e la generosità delle Grazie che da Maria provengono.
Nino Principato
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