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LE DINAMICHE POLITICHE TRA CITTA’ E CORONA – IL RE, L’ARISTOCRAZIA E LE CITTA’ PIU’ IMPORTANTI DEL REGNO DI SICILIA (III PARTE)

– Mediazione e conflitto, minaccia e reazione, punti di forza e punti deboli. Una veduta a volo d’uccello –

Continua dalla puntata precedente.

“Il periodo definito dalla Storiografia Siciliana “Anarchia Feudale” o dei “Quattro Vicari” è caratterizzato dallo smembramento dell’autorità regia e dalla divisione del territorio tra le maggiori casate feudali e si fonda sul dominio urbano di Palermo da parte dei Chiaramonte, di Messina da parte dei Palizzi e dei Rosso-Sidoti, di Catania da parte degli Alagona: come a dire che senza il controllo delle città il baronaggio siciliano non avrebbe avuto alcuna chance di prevalere.

Tra fine Trecento e primo Quattrocento il ritorno degli Aragonesi, in seguito ad una successione femminile, costituisce l’occasione in cui si ridefinisce l’assetto istituzionale del Regno e si articola il sistema dei poteri e dei loro equilibri, su cui si sarebbero innestate molte variazioni ma che nei suoi tratti essenziali sarebbe durato per tutta l’età spagnola e buona parte di quella borbonica.”

Quindi il Baronaggio Siciliano con la sua forza, certo, ma anche il ruolo non meno importante, anzi decisivo, delle più importanti città del Regno di Sicilia e sullo sfondo il ruolo, la forza e/o la debolezza della Monarchia, ancora l’Istituzione Parlamentare.

La storia politica del Regno di Sicilia si fa sempre più interessante e avvincente (pensate agli scontri, ai matrimoni, agli interessi economici, alle alleanze, gli equilibri politici ecc. ecc.) ma, per adesso, fermiamoci qua.

RIFERIMENTI:
– D. Ligresti – Centri di potere urbano e monarchia ispanica nella Sicilia del XV-XVII secolo


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